IL DISCORSO IN LINGUA ITALIANA
1. Dio è Padre infinitamente buono e misericordioso. Ma luomo, chiamato a rispondergli nella libertà, può purtroppo scegliere di respingere definitivamente il suo amore e il suo perdono, sottraendosi così per sempre alla comunione gioiosa con lui. Proprio questa tragica situazione è additata dalla dottrina cristiana quando parla di dannazione o inferno. Non si tratta di un castigo di Dio inflitto dallesterno, ma dello sviluppo di premesse già poste dalluomo in questa vita. La stessa dimensione di infelicità che questa oscura condizione porta con sé può essere in qualche modo intuita alla luce di alcune nostre terribili esperienze, che rendono la vita, come si suol dire, un inferno.
In senso teologico, tuttavia, linferno è altra cosa: è lultima conseguenza dello stesso peccato, che si ritorce contro chi lo ha commesso. E la situazione in cui definitivamente si colloca chi respinge la misericordia del Padre anche nellultimo istante della sua vita.
2. Per descrivere questa realtà, la Sacra Scrittura si avvale di un linguaggio simbolico, che si preciserà progressivamente. NellAntico Testamento, la condizione dei morti non era ancora pienamente illuminata dalla Rivelazione. Si pensava infatti per lo più che i morti fossero raccolti nello sheól, un luogo di tenebre (cfr Ez 28,8; 31,14; Gb 10,21s; 38,17; Sal 30,10; 88,7.13), una fossa dalla quale non si risale (cfr Gb 7,9), un luogo in cui non è possibile dare lode a Dio (cfr Is 38,18; Sal 6,6).
Il Nuovo Testamento proietta nuova luce sulla condizione dei morti, soprattutto annunciando che Cristo, con la sua risurrezione, ha vinto la morte e ha esteso la sua potenza liberatrice anche nel regno dei morti.
La redenzione rimane tuttavia unofferta di salvezza che spetta alluomo accogliere in libertà. Per questo ciascuno verrà giudicato secondo le sue opere (Ap 20,13). Ricorrendo ad immagini, il Nuovo Testamento presenta il luogo destinato agli operatori di iniquità come una fornace ardente, dove è pianto e stridore di denti (Mt 13,42; cfr 25,30.41), oppure come la Geenna dal fuoco inestinguible (Mc 9,43). Tutto ciò è espresso narrativamente nella parabola del ricco epulone, nella quale si precisa che gli inferi sono il luogo di pena definitiva, senza possibilità di ritorno o di mitigazione del dolore (cfr Lc 16,19- 31).
Anche lApocalisse raffigura plasticamente in uno stagno di fuoco coloro che si sottraggono al libro della vita, andando così incontro alla seconda morte (Ap 20,13s). Chi dunque si ostina a non aprirsi al Vangelo si predispone a una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza (2 Ts 1,9).
3. Le immagini con cui la Sacra Scrittura ci presenta linferno devono essere rettamente interpretate. Esse indicano la completa frustrazione e vacuità di una vita senza Dio. Linferno sta ad indicare più che un luogo, la situazione in cui viene a trovarsi chi liberamente e definitivamente si allontana da Dio, sorgente di vita e di gioia. Così riassume i dati della fede su questo tema il Catechismo della Chiesa Cattolica: Morire in peccato mortale senza esserne pentiti e senza accogliere lamore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione di Dio e con i beati che viene designato con la parola 'inferno' (n. 1033).
La 'dannazione' non va perciò attribuita alliniziativa di Dio, poichè nel suo amore misericordioso egli non può volere che la salvezza degli esseri da lui creati. In realtà è la creatura che si chiude al suo amore. La 'dannazione' consiste proprio nella definitiva lontananza da Dio liberamente scelta dalluomo e confermata con la morte che sigilla per sempre quellopzione. La sentenza di Dio ratifica questo stato.
4. La fede cristiana insegna che, nel rischio del 'sì' e del 'no' che contraddistingue la libertà creaturale, qualcuno ha già detto no. Si tratta delle creature spirituali che si sono ribellate allamore di Dio e vengono chiamate demoni (cfr Concilio Lateranense IV: DS 800-801). Per noi esseri umani questa loro vicenda suona come ammonimento: è richiamo continuo ad evitare la tragedia in cui sfocia il peccato e a modellare la nostra esistenza su quella di Gesù che si è svolta nel segno del 'sì' a Dio.
La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti. Il pensiero dellinferno - tanto meno lutilizzazione impropria delle immagini bibliche - non deve creare psicosi o angoscia, ma rappresenta un necessario e salutare monito alla liberà, allinterno dellannuncio che Gesù Risorto ha vinto Satana, donandoci lo Spirito di Dio, che ci fa invocare Abbà, Padre (Rm 8,15; Gal 4,6).
Questa prospettiva ricca di speranza prevale nellannuncio cristiano. Essa viene efficacemente riflessa nella tradizione liturgica della Chiesa, come testimoniano ad esempio le parole del Canone Romano: Accetta con benevolenza, o Signore, lofferta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia... salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti.